La produzione culturale a Venezia – Gli eventi, i produttori, i fruitori

Con il terzo Rapporto annuale sulla produzione culturale a Venezia si consolida uno strumento di osservazione e monitoraggio finalizzato, da un lato ad assicurare una continuità all’analisi delle grandezze coinvolte nell’universo degli eventi temporanei, dall’altro a dare alla città e agli operatori uno strumento utile per comprendere e gestire questo sistema.
Il Rapporto, come nelle edizioni precedenti e utilizzando la stessa metodologia si riferisce agli eventi che si svolgono a Venezia, e da quest’anno anche nei più importanti centri della provincia, evidenziando chi li produce e quali sono i luoghi destinati ad ospitare le diverse manifestazioni.
Il terzo Rapporto sulla produzione culturale a Venezia consolida la riflessione e le considerazioni, avviate nelle edizioni precedenti, nei confronti di un settore rilevante in quanto capace di interpretare il ruolo di Venezia sia nei confronti dei propri cittadini stabili (residenti e city user) sia del ruolo di città internazionale della cultura.
Le dimensioni del fenomeno sono riassumibili in pochi numeri: 1.922 eventi, di cui 1.674 a Venezia, per 13.629 giornate evento, di cui 13.153 a Venezia; oltre 118 promotori e produttori; 243 luoghi dove si svolgono le rappresentazioni distribuiti nelle diverse parti della città di Venezia e nella Provincia.
Dati che confermano la grande rilevanza dell’impatto degli eventi culturali nell’economia, nella società, nella struttura e nella fruizione stessa di Venezia.
Dalla lettura dei dati del terzo Rapporto e dall’analisi della loro evoluzione nel tempo, le considerazioni che si propongono quest’anno ruotano intorno a quattro questioni.
La prima attiene ai numeri e alla valutazione che questi esprimono in merito al rafforzamento e al consolidamento del settore degli eventi temporanei a Venezia.
La diminuzione del numero di eventi registrati nel corso del 2005 (1.674) rispetto alla consistenza di quelli rilevati nel 2004 (1.838) è attribuibile in misura preminente al settore dei Convegni e Conferenze, mentre crescono le rappresentazioni riferite alle arti visive e al teatro – danza.
Il dato più rilevante e che attiene alla capacità operativa e culturale del settore è rappresentato dalla crescita delle giornate evento.
L’aumento della durata media delle rappresentazioni va infatti nella direzione degli indicatori di maturità degli eventi e della loro capacità di attrarre pubblico non solo locale.
Questo processo, non certo pienamente compiuto e non certamente partecipato da parte di tutti i produttori e tutti i settori che coinvolgono gli eventi, esprime comunque, nei valori medi, un indice sicuramente positivo.
La seconda considerazione attiene direttamente ai soggetti promotori e produttori di eventi, oggetto quest’anno di una specifica indagine di approfondimento, e all’impatto sulla città determinato dalla loro attività in termini economici e occupazionali.
La consistenza delle professioni e degli operatori coinvolti non è rilevante solo (e non è poco) in termini numerici – sono 3.000 gli addetti diretti stimati attraverso l’indagine – ma è rilevante per il processo di selezione e consolidamento professionale e imprenditoriale che attiva.
Il settore degli eventi culturali, a fianco e spesso in stretta relazione con la struttura culturale e museale permanente, disegna una città, produttiva e creativa, affatto marginale e sicuramente non secondaria rispetto alla città del turismo e alla città dell’apparato pubblico.
La terza considerazione, già avanzata gli anni scorsi, si riferisce alle reazioni che il fenomeno degli eventi culturali intrattiene con il fenomeno turistico.
I dati sulla consistenza degli eventi e delle giornate evento mettono in luce come l’offerta sia sicuramente un’offerta ricca, prevalentemente concentrata nel Centro Storico e sicuramente non limitata alla platea dei cittadini residenti.
La dimensione del fenomeno indica come gli organizzatori siano proiettati verso un pubblico che comprende anche i turisti.
L’insieme dell’offerta sembra infatti delineare una politica culturale degli eventi indirizzata a: fruitori tradizionali, sia locali che internazionali, fruitori attenti all’innovazione e alla sperimentazione, fruitori turistici.
Si tratta quindi di una offerta che favorisce anche l’aumento della permanenza media dei turisti in città.
L’ultima considerazione attiene alle modalità con cui la città si attrezza per ospitare gli eventi.
Le mappe che evidenziano i luoghi delle rappresentazioni disegnano una realtà di estrema diffusione nel Centro Storico, offerta che sembra essere capace di mettere a disposizione molti spazi e molti contenitori in ogni parte della città ed una struttura opposta a Mestre che invece tende a specializzare alcune aree e alcuni contenitori, entrambi centrali.
Si profila un processo, del quale forse non si è ancora preso pienamente coscienza, che può rivelarsi molto incidente nella struttura urbana: – di Mestre, dove siamo in presenza, anche grazie alla consistenza degli eventi e al rafforzamento del ruolo di alcuni contenitori (il Candiani e i Teatri), di una polarizzazione che può portare finalmente ad un riconoscimento anche identitario della parte centrale della città di Terraferma; – di Venezia, dove attraverso il consolidamento della produzione culturale si vanno a recuperare ed aprire contenitori “chiusi” ad un uso pubblico, oltre ad ampliare la fruizione a cittadini e turisti di zone considerate, nel recente passato, periferiche.