Libro bianco su VenetiaExpo 2000

Il presente testo vuole dar conto all’opinione pubblica, anche quella ostile, delle ragioni per cui un gruppo di aziende e di studiosi hanno perseguito l’idea di svolgere a Venezia e nel Veneto l’Esposizione Universale del 2000.

Era prevedibile che l’idea non potesse trovare tutti consenzienti: troppo grande è il mito di Venezia e troppo grande la sua intima fragilità (anche sociale e culturale) per non creare sospetti e paure nei confronti di un’iniziativa intenzionalmente sovradimensionata rispetto alla quotidiana ordinarietà della vita della città, della gronda lagunare, dello stesso policentrismo veneto.

Ma la quotidiana ordinarietà è verosimilmente la maggiore nemica di Venezia e del Veneto: di Venezia perché la consuma senza farla evolvere, del Veneto perché lo fa prigioniero di un localismo autocompiacente senza ulteriori spinte di sviluppo.

Proprio la consapevolezza di questo doppio pericolo è stata alla base dell’impegno di prima progettazione di un’Expo a Venezia e nel Veneto, vista come occasione per ragionare in modo straordinario “contro” la loro usura ordinaria e quotidiana ed “a favore” di una fase di coordinato e vitale sviluppo (e ruolo) della città e della regione.

Le idee e le ipotesi su cui è stato costruito il progetto dell’Expo vanno quindi al di là della stessa Expo. C’è quindi un quieto orgoglio delle aziende e degli studiosi che tali idee e tali ipotesi hanno elaborato, c’è la coscienza di aver messo in luce i termini dei problemi su cui tutti coloro che amano Venezia ed il Veneto (ostili o favorevoli che siano nei riguardi dell’Expo) dovranno misurarsi nel prossimo decennio.

In questa prospettiva e speranza di comune sentire, tutti coloro che hanno partecipato al lavoro di cui qui si dà conto (Comitato tecnico scientifico e Comitato direttivo del Consorzio Venezia Expo) dichiarano di voler restare sui problemi sollevati e dare il loro ulteriore contributo alla loro soluzione. Nella convinzione che per Venezia ed il Veneto sia più giusto coltivare la speranza che difendere il mito.