Venezia Altrove: Almanacco della presenza veneziana nel mondo (1 – 2009)

La città dell’Imperatore e quella del Doge

Dalla rimozione e il rancore alla riscoperta del grande patrimonio comune

Giuseppe De Rita

Noi di «Venezia Altrove» siamo andati un po’ in tutto il
mondo a ricercare le tracce della produzione artistica veneziana.
Ma per anni, ci siamo astenuti di andare a Vienna, pur sapendo
quanto strettamente le due città, le due culture, abbiano vissuto
insieme.

I maligni potrebbero dire che l’abbiamo fatto per rimozione.
Chiunque senta intensamente Venezia sa infatti che Vienna,
vista dalla laguna, non è un luogo, ma è il simbolo di un dominio.
Un dominio che ha azzerato una lunga storia politica e civile,
ma ha anche distrutto una costante libertà di espressione e
di produzione culturale. Venezia era in lunga e inarrestabile decadenza
quando arrivarono gli austriaci, e quella decadenza connota
ancora lo spirito della città; ma la cesura fu troppo traumatica,
segnò davvero la fine di un mondo. Ed è comprensibile che
i veneziani, magari coltivando un facile alibi, abbiano vissuto con
silenzioso rancore questi ultimi due secoli di un potere diverso,
divenuti poi con il tempo marginalità storica e civile. Confessiamolo:
rimuovere Vienna è stato per i veneziani quasi indispensabile
per continuare a vivere, in una mediocrità appena appena
compensata dalle gloriose serenissime memorie.

Ma era giusto superare la rimozione e recuperare l’insieme di
tanti rapporti intrattenuti a lungo fra artisti, musici, mercanti,
viaggiatori e letterati di Vienna e di Venezia. Chi leggerà le pagine
che seguono sarà, speriamo, portato a superare i rimpianti e
i rancori. E si renderà conto che i tanti rapporti hanno creato un
patrimonio comune: un patrimonio che non è più da leggere
con le lenti del contrasto fra dominanti, ma con la gioia di un
dono misteriosamente consegnato a tutti noi.

| Pag. | Sommario |
| 5 | Dalla rimozione e il rancore alla riscoperta del grande patrimonio comune |
| 7 | From repression and resentment to the re-discovery of a great common heritage |
| | Giuseppe De Rita |
| 9 | Da Venezia fino a Vienna, andata e ritorno: per chi suona la campana? |
| 23 | From Venice to Vienna and back again: for whom does the bell toll? |
| | Gino Benzoni |
| 39 | Tra ambasciatori e spie, artisti e musicisti, secoli di rapporti in cagnesco |
| 55 | Ambassadors and spies, artist and musicians: centuries of perilous relations |
| | Fabio Isman |
| 71 | La laguna come un’alterità a portata di mano, e poi il mito della città morta |
| 79 | The lagoon as proximate alterity. And the myth of the dead city |
| | Andrea Landolfi |
| 89 | Un acquisto dietro l’altro, nasce la più ricca e documentata raccolta veneziana all’estero |
| 99 | One purchase after another leads to richest and most documented venetian collection abroad |
| | Sylvia Ferino Pagden |
| 111 | Dalla laguna fino agli Asburgo: i tanti viaggi di un ciclo di 12 Bassano (ma uno è sparito) |
| 121 | From Venice to the Habsburgs: the many voyages of a cycle of 12 Bassanos (but one is missing) |
| | Francesca Del Torre Scheuch |
| 133 | Nello stesso anno, il 1787, due Don Giovanni: però quanto diversi tra loro |
| 147 | Two Don Giovannis in the same year, but so very different |
| | Sandro Cappelletto |
| 161 | «Vendere a ogni costo»: spariscono 5000 dipinti, ma tornano cavalli e leone |
| 177 | “Sell, whatever it costs”: 5000 paintings disappear, while horses and lion return to Venice |
| | Rosella Lauber |