Incontro con Huayi Brothers

Una lettera di amicizia, primo passo verso la definizione di un vero e proprio accordo di collaborazione, è stata siglata ieri nel corso di un incontro tra una delegazione del gruppo Huayi Brothers Media Corporation e la fondazione Venezia 2000.

Huayi Brothers è il terzo gruppo televisivo della Cina, impegnato in un ambizioso progetto – sostenuto dal governo della Repubblica Popolare – di arricchimento culturale di una ventina di città cinesi: il programma prevede la nascita di altrettanti Art Center e Real Scene Entertainment Center, nelle quali confluiranno esperienze e conoscenze da tutto il mondo.

La riunione, organizzata a seguito dei contatti con il Console Generale di Italia a Shanghai, ministro Stefano Beltrame, è stata organizzata dalla fondazione Venezia 2000 e guidata dal presidente Giuliano Segre, e ha indicato i temi da prevedere e da approfondire per presentare la città di Venezia e la città metropolitana nei suoi aspetti generali e precipui. La delegazione cinese era guidata da Qin Kaiyu, General Manager di Huayi Brothers Real Scene e da Wang Duan, Vice Presidente del Huayi Brothers Art Center. Per la parte veneziana, sono intervenuti Giovanni Dell’Olivo, direttore della Fondazione di Venezia, Marino Folin, presidente della Fondazione Emg.Art, Tommaso Santini, consigliere delegato della Fondazione Ca’ Foscari e Francesco Sbetti, direttore di Sistema snc.

«I rapporti tra Venezia e la Cina sono lunghi e consolidati – commenta il presidente della fondazione Venezia 2000 Giuliano Segre – e portarono la città ad avere un proprio padiglione all’Expo 2010 di Shanghai. Ora si arricchiscono ora con questa nuova esperienza. L’arte, la cultura, l’artigianato, la cucina, il gusto di Venezia sono il valore aggiunto ricercato da Huayi Brothers per il loro progetto in Cina. La fondazione Venezia 2000 prenderà in carico l’argomento, per valutare la relazione possibile tra le realtà culturali e produttive veneziane e il colosso dei media cinese: ci auguriamo diventi un ulteriore passo della nuova “via della seta”».