Ve-2000 Cultura e Impresa – Discorso introduttivo di G.Malgara

1) Continuità e discontinuità

Con questo convegno il consorzio Venezia 2000 propone un momento di continuità ed insieme un momento di discontinuità nel lungo appassionato futuro del Veneto e di Venezia e sugli interventi che a tale futuro devono dar corpo.

Il momento di continuità è dato dalla volontà delle imprese del vecchio “consorzio expo” di restare e continuare a lavorare sui problemi di questa regione e di questa città. Abbiamo cambiato il nome, ma la compagine sociale resta quella, senza defezioni, a confermare che ci muoveva non un incosciente desiderio di happening turistico (e tanto meno un materiale interesse a qualche contratto d’opera per l’happening stesso) ma un più serio e collettivo intendimento di attrezzare Venezia ed il Veneto ai compiti economici e culturali che si vanno profilando per i prossimi decenni;

Ma la volontà di esprimere e confermare la continuità del nostro impegno si accompagna alla nostra volontà di segnare con questo convegno anche un momento di discontinuità, di “break” rispetto alle tante polemiche che hanno accompagnato la vicenda expo: vogliamo rifare, o almeno qui proponiamo di rifare, un tavolo comune fra tutti coloro che, in diversa posizione di cultura e di potere, hanno oggi a cuore il futuro di Venezia, del Veneto e di tutta quest’area nord-orientale d’Italia che rappresenta forse l’area di più intenso sviluppo degli ultimi decenni e rappresenta, anche senza forse, il cuore di uno dei grandi poli di sviluppo (quello sudorientale) del futuro sviluppo europeo; rifacciamo tavolo comune, con la concretezza semplice e non enfatica che è tipica delle imprese, chiedendo a tutti (governo centrale e periferico, cultura economica e cultura urbanistica, sostenitori dell‘innovazione e sostenitori della salvaguardia, ecc.) di riprendere a confrontarsi, a lavorare insieme se possibile, sui problemi enormi che il futuro di Venezia ed il Veneto propone.

Ho naturalmente qualche timore che, malgrado questa nostra voglia di ripresentarci con una nuova veste e con un’offerta di discontinuità, noi del consorzio Venezia 2000 si debba essere ancora definiti come “quelli dell’expo”. Posso confidare, per evitare questo spiacevole ed inutile destino, nella cortesia di tutti coloro con cui entreremo in contatto nel prossimo futuro, da parte nostra possiamo promettere di non riandare mai al passato, a “quel che avrebbe potuto essere non è stato”: la cultura d‘impresa, di cui siamo esponenti, non prevede fra i suoi valori nè la nostalgia nè il cosiddetto “rinfaccio”.

L’unica cosa del passato cui vogliamo infatti attenerci è la scelta di finalizzare alla soluzione dei problemi di Venezia e del Veneto proprio la cultura d‘impresa. Il consorzio è fatto di imprese e possiamo offrire solo la nostra cultura, la nostra filosofia d’azione, tutta tesa al problem-solving ed alla continua innovazione degli strumenti con cui affrontare i problemi.

2) I riferimenti

Lasciatemi dire, in questa occasione di nostra ripresa di responsabilità, che l’affetto grande che nutro per questa città e questa regione non mi è mai parso alternativo alla mia specifica cultura professionale, che è in fondo la cultura d’impresa. Anzi sono convinto, come tutti miei colleghi del consorzio, che i riferimenti essenziali di tale cultura sono oggi riferimenti importanti anche sul modo di pensare questa città e questa regione, due realtà così difficili ma anche così piene di prospettive, sfide, opportunità; vorrei richiamare quelli che sostanzialmente vogliamo applicare a Venezia ed al Veneto.

2.1) Internazionalizzazione

Il primo è quello della internazionalizzazione: l’impresa moderna non vive se non riesce a stare nella dinamica economica internazionale; per cui noi uomini d’impresa, quando affrontiamo un problema, tendiamo sempre a collocarlo nel suo specifico contesto internazionale. Così è stato ed è anche per i problemi del Veneto e di Venezia: noi pensiamo che tali problemi vadano collocati nel futuro di tutta la direttrice sud-orientale di integrazione fra l ‘europa occidentale e quella orientale. Credo che non sfugga a nessuno che l’integrazione est-ovest sarà il fenomeno centrale dell’europa dei prossimi decenni, e che tale integrazione avrà due direttrici territoriali: quella settentrionale, che è centrata sull’asse di integrazione fra le due germanie, e quella meridionale, centrata sull’asse milano-budapest e che ha assolutamente bisogno del Veneto come piattaforma di riferimento. E credo che non sfugga a nessuno che la stessa “gara” fra Hannover ed il Veneto per l’expo del 2000 faceva implicito riferimento ad una competizione delle due direttrici, settentrionale e meridionale, dell‘integrazione est-ovest.

Noi riteniamo che un tale contesto internazionale debba essere sempre e comunque tenuto presente quando si parla di futuro di Venezia e del Veneto: l’assetto complessivo della regione, le sue dotazioni infrastrutturali, l’orientamento dei flussi di comunicazione, lo sviluppo dei suoi diversi poli commerciali e finanziari, il rilancio di Venezia come capitale del sottosistema territoriale dell’Italia nord-orientale, la creazione di un grande polo direzionale sulla gronda lagunare, sono tutti argomenti e problemi che non possono più essere trattati all’interno di canoni di puro localismo subregionale, ma vanno inseriti nei processi reali che stanno cambiando tutto lo scacchiere sud-orientale europeo.

2.2) Innovazione tecnologica ed organizzativa

Il secondo naturale riferimento della cultura d’impresa è quello della continua tensione all’innovazione tecnologica ed organizzativa, perché senza questa tensione all’innovazione l’attività aziendale decade rapidamente ed esce rapidamente dal mercato e dalla competizione; so bene che molti possono avere sospetti che, quando si parla di antichi territori, si usi concetti e termini di competizione, innovazione, tecnologia ma sappiamo tutti che oggi la innovazione e la tecnologia assolutamente prevalente è quella tutta “immateriale” dell’informatica e della telematica. E sappiamo tutti che buona parte dei problemi di Venezia e del Veneto richiedono innovazione, specialmente informatica e telematica: basta pensare alla regolazione dei flussi turistici centrati sul centro storico Veneziano, alla gestione dei flussi di trasporto all’interno e nell’attraversamento della regione, alla crescita dei poli finanziari e commerciali, allo sviluppo delle attività terziarie in una regione da sempre sottoterziarizzata, alla modernizzazione del sistema di comunicazione, e credo che non susciteremo sospetti se affronteremo questi argomenti con la nostra cultura di continua innovazione.

2.3) Saldatura fra progetto e attuazione

Il terzo riferimento culturale abituale per noi che lavoriamo nelle imprese è quello della continua saldatura fra lavoro di progettazione e lavoro di attuazione operativa. L’azienda deve sempre progettare (nuovi prodotti, nuovi processi, nuovi impianti, nuove organizzazioni del lavoro, ecc.) ma non vive di progetti: vive dell’attuazione operativa dei progetti, per questo le imprese facenti parte del nostro consorzio hanno sempre cercato di lavorare a Venezia ed in Veneto producendo non progetti bellissimi ed ottimali, ma dei progetti integrati con verifiche della loro concreta fattibilità: progettiamo la selezione dei flussi turistici su Venezia ma cerchiamo anche di tradurre il tutto in servizi concreti; progettiamo il rafforzamento del circuito dei poli fieristici veneti ma individuiamo anche le azioni concrete per dare consistenza ai singoli poli; sottolineiamo l‘esigenza di differenziare le direttrici le modalità di accesso al centro storico Veneziano ma cerchiamo anche di definire i concreti interventi che possono dar luogo a tale differenziazione; accettiamo ed accetteremo di confrontarci con tutti i progetti che si sono accumulati nell’ultimo decennio su Venezia e sul Veneto, ma faremo anche una verifica puntuale (con un annuale lavoro di reporting) dei vari progetti, in modo da calarli nella concreta loro attuabilità.

3) Conclusioni

Come sarà risultato evidente da quanto ho detto finora, mi sono tenuto stretto alla mia particolare cultura di uomo d’impresa per esporre non tanto dei principi quanto piuttosto i contenuti ed i modi del lavoro che intendiamo svolgere nei prossimi anni, lavoro il cui programma è nelle vostre cartelle e che non ho certo alcun desiderio di descrivere. Ho voluto solo indicare lo spirito con cui il consorzio riapre oggi il tavolo di comune riflessione su Venezia ed il Veneto, nella speranza che tutti si possa insieme lavorare per il futuro della regione e della città: lavorare per il futuro, e la scelta di ogni imprenditore ma anche di ogni persona che non voglia imbozzolarsi nel presente e nella corrosione continua che i meccanismi spontanei attuali comportano, specie sul delicato tessuto della città.