Gestione del piano strategico e sviluppo locale: esperienze a confronto

GESTIONE DEL PIANO STRATEGICO E SVILUPPO LOCALE: ESPERIENZE A CONFRONTO Venezia, 11 novembre 2005 OBIETTIVI Con l’avvio dei processi di implementazione e gestione del Piano strategico di Venezia 2004 – 2014 diventa prioritario considerare e definire le caratteristiche e le modalità di funzionamento delle strutture preposte alla attuazione delle strategie e delle politiche previste dal Piano. L’incontro si pone il duplice obiettivo di promuovere in ambito locale la cultura della pianificazione strategica e di avviare nel contempo una riflessione su alcuni nodi rilevanti: • il tipo di struttura (Ufficio interno all’Amministrazione, Associazione, Agenzia, …) preposta alla gestione del Piano strategico; • la pianificazione strategica come strumento di “modernizzazione” delle strutture operative dell’Amministrazione; • le azioni capaci di promuovere lo sviluppo locale. PROPOSIZIONE DEI TEMI IN DISCUSSIONE 1. Il tipo di struttura preposta alla gestione del Piano strategico. In Italia non esistono norme di legge che impongano alle amministrazioni pubbliche un approccio strategico ai temi dello sviluppo così come non esistono norme che prevedano strutture dedicate, rappresentative degli interessi in gioco, a cui affidare il compito di sovrintendere all’attuazione degli interventi conseguenti. Le città che si dotano di piano strategico e che vogliono seguirne l’attuazione devono, pertanto, progettare e realizzare strutture ad hoc in grado – al tempo stesso – di garantire partecipazione e rappresentatività a tutti i soggetti che, volontariamente e per una condivisione delle ipotesi di sviluppo prospettate, aderiscono al progetto. Diventa pertanto importante definire le caratteristiche di questa nuova struttura, a cui generalmente si demandano anche le operazioni di monitoraggio e di valutazione degli esiti
degli interventi previsti dal piano, nonché verificare la fattibilità della sua realizzazione e avviare la sua messa a regime. Venezia ha definito una propria modalità di governo dei processi di pianificazione strategica, anche sulla base di una operazione di benchmarking di esperienze significative già avviate e sperimentate da altre città (Torino, Milano, …., Lione, Birmingham). Una modalità che trova esplicitazione nella affermazione di un Ufficio Piano strategico, come struttura operativa dell’Amministrazione che si interfaccia con un’Associazione per il Piano strategico di Venezia, alla quale partecipano la stessa Amministrazione e tutti gli attori del sistema locale che sottoscrivono il documento di programmazione. Tale modalità organizzativa rappresenta il punto mediano di un processo che dovrebbe portare, dopo le necessarie verifiche di fattibilità, ad una esternalizzazione delle funzioni di implementazione e gestione del piano e a un coinvolgimento pieno e responsabile degli attori che si riconoscono nei suoi obiettivi e contenuti anche nella struttura operativa. L’esperienza di pianificazione strategica veneziana si differenzia da quelle maturate in altre realtà. Nel nostro caso l’esperienza è stata promossa dall’Amministrazione comunale (poteri di indirizzo e responsabilità degli esiti) e sostenuta da un Comitato di promotori che hanno svolto il compito di comitato scientifico (attori del sistema locale che hanno accompagnato la redazione del piano). Pertanto, la struttura che si realizzerà a Venezia avrà caratteristiche proprie, definite in relazione alle particolarità del processo di piano e della specificità locale, ma comunque rapportate a quanto di innovativo è stato maturato e sperimentato in altre situazioni, è ritenuto qui trasferibile e praticabile. 2. La pianificazione strategica come strumento di “modernizzazione” delle strutture operative dell’Amministrazione; Fare pianificazione strategica significa promuovere sviluppo locale in un contesto in cui tutti gli attori del sistema, sia pubblici che privati, condividono un progetto di sviluppo di medio lungo termine, la vision a cui lo stesso sottende, e si riconoscono negli obiettivi che le strategie e le politiche in cui si articola il piano si ripromettono di perseguire. In questo disegno l’Amministrazione comunale di Venezia riveste un duplice ruolo: • promotore del Piano strategico di Venezia 2004 – 2014 e dei processi per la sua implementazione, inclusi quelli che comportano la partecipazione di altri attori del sistema locale; • attore determinante delle strategie, delle politiche e degli interventi di diretta competenza; Per rapportare il proprio operato a questa duplice funzione, l’Amministrazione deve, necessariamente, adeguare il proprio modello organizzativo alle nuove esigenze (pianificazione strategica come nuovo metodo di governo). Il comune di Venezia, oggi impegnato in un processo di riorganizzazione delle proprie strutture operative, considera anche questo tipo di problematiche e cerca di farlo riportando alla propria situazione le esperienze maturate da città, sia italiane che straniere, che da più tempo stanno praticando questo particolare approccio ai temi dello sviluppo locale. A partire dall’esperienza di città quali LA SPEZIA, FIRENZE, PESARO, TORINO, TRENTO; …. , si vuole riflettere sulle seguenti questioni: • se l’approvazione del Piano strategico abbia, o meno, comportato modifiche sostanziali del modello organizzativo dell’Amministrazione;
• con quali modalità formali la struttura preposta alla pianificazione strategica si rapporta alla organizzazione amministrativa comunale; • quanto, e come, la struttura preposta alla pianificazione strategica incide nei processi propri delle attività di programmazione e di bilancio dell’Ente locale; • quali forme di coordinamento sono state istituite per la messa in coerenza della azioni di programmazione, monitoraggio e valutazione delle scelte del piano strategico con le normali attività di programmazione e bilancio dell’Amministrazione; • quali sono i rapporti tra la struttura preposta alla gestione e alla implementazione del Piano e gli organi elettivi dell’Amministrazione; Questioni che consentono d’acquisire elementi utili alla valutazione: a. della coerenza dei processi di pianificazione strategica con i processi di innovazione in atto nella pubblica amministrazione. b. delle caratteristiche professionali del personale coinvolto in processi di pianificazione strategica. 3. Le azioni capaci di promuovere lo sviluppo locale Sviluppo urbano, marketing urbano, posizionamento della città, valorizzazione delle capacità competitive, e così via, sono tutti termini che ruotano intorno al tema dell’approccio strategico ai temi dello sviluppo locale. Ogni città impegnata in processi di pianificazione strategica si deve porre il problema di come tradurli in azioni operative. Per quanto riguarda Venezia, significa la capacità della città di valorizzare le notevoli risorse mediatiche, culturali e materiali, sviluppando le potenzialità produttive per affrontare al meglio le sfide competitive in atto tra sistemi urbani. Sono questioni a cui non si può sfuggire e che possono essere affrontate con due diverse modalità. La prima richiede di utilizzare prevalentemente le risorse proprie della struttura comunale preposta alla gestione e alla implementazione del piano strategico, riconoscendo a questa competenze proprie di una agenzia di promozione e sviluppo, pur nella consapevolezza che l’esercizio di queste funzioni complesse si scontra oggettivamente, sempre e comunque, con il quotidiano funzionamento delle strutture amministrative ordinarie (per definizione poco flessibili) e con le diverse competenze degli assessori comunali che, a volte operano con una logica settoriale. Non è questione di buona volontà: gli assessori “vedono” prevalentemente le proprie competenze e le strutture amministrative operano ponendo come prioritari soprattutto i propri obiettivi interni. La seconda modalità porta a considerare necessaria la creazione di una vera e propria Agenzia di Sviluppo, esterna all’Amministrazione, sul modello di molte città, soprattutto europee (in Italia: Risorse per Roma e Sviluppo Nord Milano). Una soluzione, questa, più complicata (per i risvolti politici che comporta), ma forse più efficace e collaudata. Per una maggior efficacia del suo funzionamento e per assicurare che il suo operato sia funzionale agli obiettivi dell’Amministrazione, questa nuova istituzione dovrebbe essere interamente di proprietà comunale, essere funzionale alle attività di tutti gli assessorati, e operare con riferimenti precisi e vincolanti nella struttura preposta alla gestione e implementazione del piano strategico, a sua volta fortemente controllata dal Sindaco.
In questo caso, il Comune orienta l’Agenzia in quanto ne è il socio unico, ne verifica e controlla l’azione tecnicamente attraverso la struttura preposta alla pianificazione strategica. I servizi dell’Agenzia potranno essere utilizzati anche dagli assessori per le specifiche competenze.