Venezia Altrove: Almanacco della presenza veneziana nel mondo (1 – 2010)

Che cosa trova Venezia, da Danzica fino al Mar Nero

Un vero policentrismo con tanti nobili ma anche grandi ciarlatani

Giuseppe De Rita

Cosa hanno significato Venezia e la sua cultura per l’area europea
che si stende oltre Vienna? A questa domanda tentiamo di
rispondere quest’anno, guidati dalla curiosità di capire se Venezia
abbia avuto significato non solo per le grandi capitali imperiali
(Vienna appunto, e San Pietroburgo), analizzate in due
nostre precedenti esplorazioni; ma anche per le tante realtà socioculturali
che hanno per secoli convissuto nello smisurato e
indistinto territorio che va da Danzica al Mar Nero, fra l’altro
non troppo abitato dai naturali promotori e acquirenti di cultura
alta.

Valeva la pena di andare a vedere? I lettori potranno giudicare
da soli, ma è certo che le pagine che seguono inducono a un
grande coinvolgimento: sia perché vi si incontrano personaggi di
grande vigore e di grande curiosità intellettuale (e non sono solo
imperatori, re, principi ed elettori); sia perché vi si ritrovano
tanti e diversi luoghi di condensazione dei flussi creativi e commerciali
della produzione culturale veneziana (da Buda a Praga,
a Cracovia, a Varsavia); sia perché i termini “quantitativi” di tali
flussi risultano di tutto rispetto, non secondi spesso alle “movimentazioni”
verso realtà molto più legate alla tradizione veneziana
(ad esempio sorprende che Praga, tre secoli fa, fosse un’autentica
miniera di musica veneziana, così come sorprendono la
quantità di nobili che collezionavano a metà Seicento e che i
conti Kaunitz, il cui palazzo viennese costituisce il punto di vista
per un celebre panorama della capitale austriaca di Bernardo
Bellotto, possedessero duemila dipinti); e sia, infine, perché il
panorama complessivo che ne discende è di un grande policentrismo
di piccole e medie città, piccoli e medi acquirenti e committenti,
piccoli e medi artisti veneziani coinvolti nella dinamica
della creazione e del collezionismo culturale. Certo, un posto
eminente lo occupa Rodolfo II; ma la sua indubbia importanza
(a lui dobbiamo fra l’altro il trasferimento della corte da Vienna a Praga, e la creazione del suo incantato centro storico) non sovrasta
più di tanto il citato grande policentrismo.

Un policentrismo, occorre dire, che incide anche sulla dimensione
umana, quasi sociologica, che in esso si esprime. Erano
tempi e società confuse e spesso convulse; e si capisce che gli
ambasciatori e i mercanti della Serenissima notassero «sconcertati,
allibiti, esterrefatti» la grande quantità di maghi, ciarlatani,
donne ad alta disponibilità, fantasiosi affabulatori, imbroglioni,
spie, e mercanti di schiavi addirittura, che frequentavano città, e
persone che ambiziosamente assimilavano la grande cultura veneziana.
Le terre “oltre Vienna” non erano certamente di grande
eleganza nei comportamenti collettivi (come notò anche l’avventuroso
Casanova); averci dato gli elementi per capire questa
loro mediocre fisicità (anche nel bere e mangiare, oltre che in
più complessi traffici) è merito non secondario dei contributi
qui raccolti.

| Pag. | Sommario |
| 5 | Un vero policentrismo con tanti nobili ma anche grandi ciarlatani |
| 7 | A genuine polycentrism with numerous nobles and also grand charlatans |
| | Giuseppe De Rita |
| 11 | Tra spie, dipinti e sinfonie, Venezia è vicinissima all’Europa dell’Oriente |
| 27 | Among spies, paintings and symphonies Venice is very close to Central-Eastern Europe |
| | Fabio Isman |
| 43 | A est di Vienna diplomatici e tanti intrighi, mercati e carne bovina |
| 57 | East of Vienna: diplomats and lots of intrigue, markets and beef |
| | Gino Benzoni |
| 73 | L’arte alla corte di Rodolfo II: collezionismo magico e passione per la pittura veneta |
| 91 | Art in the court of Rudolph II: magical collecting and a love of venetian painting |
| | Rosella Lauber |
| 111 | Gli alberghi nel centro storico? Erano cari già nel Seicento, assai meglio dormire a Padova |
| 123 | The old city? Already pricey in the 17th century better to sleep in Padua |
| | Annalisa Cosentino |
| 135 | Un Diario polacco di Nono rifiutato a Varsavia a causa del “golpe” del 1981 |
| 145 | A ‘Polish Diary’ by Nono refused by Warsaw due to the ‘coup’ of 1981 |
| | Sandro Cappelletto |
| 154 | Hanno scritto / Contributors |