Vivere a Venezia: vita quotidiana e qualità  dei servizi

Il Centro Storico sotto soglia

Uno squilibrio crescente tra servizi e popolazione sta diventando nel Centro Storico di Venezia motore di un circolo vizioso con conseguenze allarmanti anche se imprevedibili nei tempi e nella portata. L’esodo degli abitanti stabili determina, tra le altre conseguenze, un superamento della soglia minima necessaria al funzionamento del sistema dei servizi alla persona, il cui progressivo impoverimento diventa a sua volta motivo di peggioramento delle condizioni di vita offerte ai residenti e agli utilizzatori del Centro Storico, quindi ulteriore incentivo ad abbandonare la città speciale, per trasferirsi nella Terraferma normale.

L’importanza di questo problema finora poco osservato diventa evidente accostando i dati dello spopolamento (gli abitanti del Centro Storico sono ormai meno di 70 mila) e dell’invecchiamento della popolazione (25,5% sopra i 65 anni, 18,5% sotto i 24) a quelli che misurano la rarefazione dei più tradizionali servizi privati alla persona: negozi di prodotti di prima necessità, come alimentari e farmacie, artigiani di quartiere, come barbieri e calzolai, sale cinematografiche. Il disagio che la gente percepisce con maggiore intensità, dopo l’alto costo delle abitazioni, è però quello dei trasporti pubblici lagunari, che nei periodi di picco – sempre più frequenti e prolungati – delle ondate turistiche diventano duramente insufficienti per i bisogni dei veneziani.
Un altro aspetto inquietante è il cambiamento intervenuto negli ultimi anni nella natura del processo di riduzione dei residenti, che appare dovuto sempre di più al saldo naturale e sempre di meno a quello migratorio. I morti superano i nati di quasi il 150%, mentre le cancellazioni e le nuove iscrizioni anagrafiche tendono a pareggiare.

L’invecchiamento generale e la sovrabbondanza di famiglie mononucleari porta ad escludere che questa tendenza possa invertirsi nel medio periodo.

Il recupero di una soglia minima di popolazione che basti a fare città, mantenendo vitale anche il sistema dei servizi, dipende perciò interamente dalla capacità del Centro Storico di attrarre altri abitanti. Come ottenerlo? Ciò che manca per conquistare nuova popolazione stabile non è il lavoro, dato che ogni giorno arrivano nel Centro Storico per lavorare più di 27 mila persone. Mancano allora, evidentemente, altri fattori necessari a determinare la scelta insediativa.

Questo rapporto si propone di contribuire alla riflessione sull’argomento esponendo i risultati di una ricognizione attraverso due indagini: una ha elaborato indicatori statistici di diverse fonti per valutare la consistenza e l’andamento nel tempo dell’efficienza dei sistemi di servizi offerti dal Centro Storico ai suoi diversi utenti, distinti nelle categorie dei residenti, turisti, studenti, pendolari e city user (persone che abitano temporaneamente a Venezia, dove svolgono lavori per lo più qualificati, pur mantenendo la residenza altrove). L’altra ha sondato con la collaborazione del Il Gazzettino e della Fondazione Carive, attraverso un questionario, l’opinione dei cittadini sulla qualità dei servizi a loro disposizione.

Pur nel diverso approccio di analisi, uno quantitativo strutturale e l’altro percettivo comportamentale, il quadro che emerge delinea, piuttosto che una sofferenza generalizzata, significative carenze che si accumulano nei confronti della popolazione anziana( sempre più numerosa e per la quale la città non risulta attrezzata) e della popolazione giovane e produttiva rispetto alla quale il sistema dei servizi pubblici e privati si presenta non solo carente ma anche inadeguato.

Carenze e inadeguatezze che si concretizzano nella graduatoria dei fattori aggravanti della qualità della vita e dei servizi che vede nell’ordine i costi aggiuntivi che deve sopportare chi vive a Venezia, i costi della casa e l’eccessiva presenza di turisti.