Venezia: non solo turismo nella città che cresce

Percezione e numeri

Venezia che muore. Venezia preda di turisti draculeschi che mordono la città senza lasciare nulla. Venezia, dove “S. Marco sicuramente è il nome di una pizzeria”. Venezia sola e senza sé stessa. Sono queste le immagini che vengono spesso coniate per questa città che sembra comprendere in sé il senso di qualcosa che ha un futuro solo guardando al passato.

Mentre queste immagini scorrono nel pensiero e negli scritti di chi guarda, magari da lontano, a Venezia, questa città cresce, a dispetto dei cattivi pensieri di chi la osserva con malinconia e di chi non aspetta altro che scrivere un altro ennesimo infervorato articolo sulla delittuosa inerzia di chi dovrebbe “salvarla”.

Il quadro con cui viene spesso descritta la città è pieno di immagini negative: il centro storico che si spopola, le case non ristrutturate, un turismo incapace persino di produrre pernottamenti, un circolo vizioso in cui hanno successo coloro che trovano il loro reddito nelle pieghe delle inefficienze anziché sulla strada maestra dell’offrire servizi secondo modalità innovative ed efficienti.

Quando però si vanno a vagliare i numeri la situazione che si delinea è di tutt’altra specie: gli indicatori sintetici (consumo elettrico, telefonico, persino dei rifiuti) mostrano un segno favorevole e quelli settoriali ne confermano e ne articolano gli andamenti. Troviamo così una città in crescita piuttosto che in decadenza, un dispiegarsi delle sue capacità non ancora compiuto in tutte le potenzialità e tuttavia “in itinere”, esistente, reale.

Il mercato delle abitazioni, vero nodo sintetico di quel che cambia in una città, nelle articolazioni di formazione e di distribuzione del reddito e di assetto socio-economico, è in rilevante fermento; l’università è soggetto di trasformazione socio-urbana di indubbia importanza; lo stesso turismo è ormai uscito dal dilemma turismo residenziale-turismo escursionistico per raccordarsi con i viaggi d’affari, le manifestazioni congressuali, le crociere e quant’altro di innovativo si va affermando in questo settore.

La stessa dialettica centro storico-terraferma non è più rappresentabile come una sorta di ritrarsi del mondo da Venezia, in quanto isola, ma come un’articolazione funzionale tra due sponde di una stessa unità, piuttosto che espressione di una infinita belligeranza.

Venezia che cresce non solo nella ipertrofia del turismo, ma in molti altri settori legati al trasporto delle merci e delle persone, al sistema bancario e al sistema universitario. Persino nel turismo crescono i segmenti meno tradizionali per la città. Se “nel numero sta il nodo delle cose”, i numeri di Venezia ci descrivono una città ancora “annodata”, ma con vari bandoli disponibili per una sua ulteriore crescita.