Strategie per Venezia: schemi di azione per il futuro di Venezia

Secondo un romanzo di fantascienza di alcuni anni fa, i turisti del prossimo millennio visiteranno Venezia a bordo di sommergibili volanti. Arrivando dagli spazi intergalattici, i fantastici veicoli si inabisseranno direttamente nelle acque della laguna e, senza scomodare i visitatori dalla loro poltrona, offriranno, attraverso mirabolanti periscopi, visioni reali e personalizzate della Serenissima. Ridotte squadre di addetti ai luoghi metteranno in scena in campielli a portata di periscopio, “teatrini” d’epoca di vita veneziana, tanto per far assaporare – dietro il pagamento di adeguate royalties – il gusto del realmente “vissuto”.
Come si sa la fantascienza usa le categorie dell’iperbolico per dire banali e sgradevoli verità. In questo caso, per riaffermare il valore universale e permanente di Venezia in chiave meramente turistica, crudamente spolpato da qualunque pretesa di continuità di qualsivoglia normale vita urbana.
Venezia è infatti un sedimento di storia che appartiene alla cultura del mondo. Ma Venezia è anche un aggregato urbano decadente ma vivo, che ostenta i suoi problemi, che domanda soluzioni attuali.
La cultura del mondo, cosi pronta a mobilitarsi sul valore monumentale e simbolico della Serenissima, è invece solitamente distratta sui temi della rivitalizzazione e del ruolo della città lagunare. Eppure rivitalizzazione e ruolo sono condizioni inderogabili per la conservazione e la trasmissione del monumento e del simbolo.
Le più recenti analisi e riflessioni su Venezia, mettono chiaramente in evidenza i tre nodi critici che accompagnano la storia recente della città:
– la mancanza di una strategia globale, capace di avviare a soluzione la crisi ambientale, economica e sociale della città e dell’area;
– la difficoltà di affrontare in termini operativi le scelte sulle misure da adottare,
malgrado il volume degli stanziamenti disponibili (oltre 11mila miliardi);
la necessità di ritrovare un quadro di comando adatto a pilotare, in una stessa coerente traiettoria, le soluzioni necessarie alle diverse scale territoriali dei problemi (il Comune, la regione Veneto, il Nord-Est, l’Alto Adriatico, ecc…).
Venezia è infatti un caso esemplare di complessità: monumentale, ambientale, economica, sociale, urbana. Il “Sistema Venezia” non consente di prendere decisioni singole e circoscritte. ogni decisione su ciascuna questione obbliga a prenderne altre coerenti su questioni ad esse collegate: difesa dalle maree, morfologia della laguna, disinquinamento e regimazione, delle acque, regolazione del traffico petrolifero, sviluppo dell’economia reale, conservazione del patrimonio artistico, manutenzione e restauro urbano, trasformazione di Marghera, adeguamento delle attività portuali, servizi sociali e casa, accessi e mobilità, gestione del turismo di massa.
Come si vede, un numero ampio ma non infinito di problemi.
Ciascuno dei quali risulta diversamente assistito da progettualità e risorse. Ciascuno dei quali fa riferimento ad una diversa scala territoriale e autorità ove esista – istituzionale di competenza.
Ogni volta che si tocca un punto del Sistema Venezia, si evocano “rimandi” ad altre questioni. ogni singola scelta e soluzione ne richiede (e ne condiziona) diverse altre.
La complessità dei problemi, la interdipendenza delle soluzioni, la mancanza di un centro unitario di comando, sono stati causa (e alibi) del vuoto di risposte nel quale Venezia lentamente affonda.
Ma se – come ad altro riguardo è stato detto – la salvezza sta nel luogo del pericolo, è proprio dal livello di questa complessità che si può attingere l’energia necessaria per lavorare al futuro di Venezia.
Il rapporto Strategic Choices per il futuro di Venezia intende offrire un tracciato per procedere in questa direzione.

Ispirandosi a una metodologia altrove seguita con successo- Strategic Choices, appunto -ma rinviando l’applicazione più fedele delle relative tecniche alle decisioni e alla scesa in campo dei veri e necessari attori dei processi (politici, tecnici, operatori dell’economia e della finanza, “titolari” di definiti ruoli nel sistema Venezia), il Rapporto propone un percorso di ragionamento in cinque tappe:

  • la ricognizione delle conseguenze attendibili di qui al 2000 da uno svolgimento non contrastato delle quattro emergenze in atto a Venezia (scenario tendenziale):
    • un pesante declino demografico;
    • una economia di servizi a mercato locale;
    • un turismo dilagante e divoratore;
    • un’acqua sempre più alta e diffusa;
  • la individuazione di dieci Aree Strategiche di intervento: Ambiente; Manutenzione; Abitare; Funzioni; Turismo; Attività produttive; Porto; Marghera; Arsenale; Accessi;
  • la selezione, per ciascuna delle Aree, di due opzioni di scelta, realisticamente perseguibili ma dialetticamente contrapposte, nonché dei relativi soggetti, risorse e progetti disponibili;
  • la gerarchizzazione delle aree di intervento (e delle relative soluzioni) in termini di urgenza e importanza, e la loro conseguente ricomposizione in due distinti e possibili schemi di azione;
  • La definizione dei tratti e delle implicazioni di un possibile conseguente scenario di sviluppo.