Riqualificazione dell’Arsenale – Il mix funzionale e l’assetto gestionale

L’Arsenale di Venezia si caratterizza, proprio per la sua natura produttiva e manifatturiera che nella storia si comunque mantenuta, come una struttura-processo, come un sistema che si è continuamente trasformato ed adattato nel tempo e nella storia.

Negli ultimi anni l’Arsenale è diventato il luogo di Venezia dove si sono accumulate il maggior numero di proposte e progetti L’origine di tale processo risale, prima ancora che alla sua funzione di luogo simbolo per la città, al 1982, anno in cui la Marina Militare decide, di propria iniziativa, di restituire alla città gran parte del complesso edilizio.

L’analisi delle proposte e progetti presentati in questi anni (vedi quadro allegato) risultano peraltro formulate senza tener conto delle reali procedure di passaggio da demanio militare ad “altro” e senza tener conto degli effettivi e possibili “nuovi proprietari” (Ministero delle Finanze, dei Beni Culturali, Comune, ecc.), caratterizzandosi quindi per essere idee non verificate sul piano della compatibilità e soprattutto della loro attuabilità.

L’analisi dei progetti conosciuti rivela inoltre spesso una logica di contenitore indifferenziato destinato ad attrarre un afflusso indifferenziato di idee-progetto.

Considerare l’Arsenale quale luogo di eccellenza della città e verificare le idee progetto sul piano della compatibilità e attuabilità costituiscono invece gli elementi fondanti dell’operazione “Riqualificazione dell’Arsenale” e in questa logica vanno considerate anche le funzioni già esistenti ed operanti.

Nell’ultimo periodo lo scenario delle funzioni insediate e/o insediabili si profondamente modificato in seguito alla ripresa dell’attività cantieristica, nella zona ex CNOMV, da parte della nuova società “Arsenale s.p.a.” che subentrata nella concessione demaniale.

Questo nuovo attore “produttivo” cambia gli scenari, perché comunque conferma una attività forte nell’Arsenale: quella produttiva, assieme a quella militare.

Ripercorrendo oggi i progetti e proposte che nel tempo si sono susseguiti, le funzioni individuate per l’utilizzo della fabbrica dell’Arsenale possono essere sintetizzate in 5 grandi opzioni:
– sede di rappresentazione della Marina Militare;
– centro di ricerca scientifica legata alle tecnologie marine;
– centro culturale espositivo;
– monumento museo di se stesso;
– centro produttivo.

Nella riflessione sulle possibili funzioni insediabili nelle parti dismissibili dell’Arsenale, va precisato che rispetto ad altri “contenitori dismessi” vi un rapporto diverso con il mercato (sia esso rappresentato da funzioni pubbliche o private) l’eccezionalità dell’Arsenale comporta infatti un ribaltamento del tradizionale rapporto domanda/offerta, a favore del sistema di offerta non tanto e non solo in termini di spazio quanto di opportunità di utilizzo di un luogo di eccellenza.

Da quanto fin qui premesso, il centro della proposta, che si intende formulare per l’Arsenale, intende privilegiare il processo invece del prodotto, anche se comunque si definiscono delle ipotesi di funzioni che possono trovare sede nell’Arsenale.

L’originalità l’innovazione rispetto alle precedenti impostazioni consiste nell’itinerario proposto che pone in coda, anziché in testa le ipotesi di strumentazione.

Le funzioni attivabili non possono essere denominate genericamente: museali, ricerca, high tech, immateriale… ma vanno individuate in forma specifica e valutate nella loro compatibilità/utilità con grande attenzione e rigore.

Il mix funzionale da realizzare deve rispondere a criteri precisi:
– che il mix stesso determini un effetto sistema più generale le funzioni non solo non si devono pestare i piedi ma nell’insieme debbono concorrere e realizzare una somma a valore superiore dei singoli addendi;
– che le funzioni non siano “incollate” vita natural durante all’Arsenale ma debbano e possano modificarsi ed evolversi nel tempo;
– che ogni funzione deve essere autoportante e contribuire anche al finanziamento dell’intera operazione;
– che per ogni funzione vanno espressi i livelli di coinvolgimento – i flussi di visitatori-utenti – in modo da disegnare un piano di pieno utilizzo e coprire i buchi stagionali;
– che le funzioni insediabili, in particolare quelle museali-culturali, non devono avere una logica sostitutiva, ma complementare a quelle presenti nel centro storico.

Da queste valutazioni discendono conseguenze precise sul piano anche della progettazione architettonica e cioè:
– l’Arsenale il prodotto di tutti gli interventi edilizi susseguitisi, il suo fascino determinato anche dalle aggiunte e dai suoi brandelli di archeologia industriale;
– se il mix funzionale aperto e modificabile, anche l’organizzazione degli spazi deve essere tale, deve costituirsi attraverso moduli flessibili e sostituibili.

Il sistema procedurale e funzionale così proposto, anche se per grandi linee, risulta, nello stesso tempo, aperto e definito nelle sue conclusioni operative, si presenta cioè come una proposta su “che cosa e come fare per l’Arsenale”.