Progetti, risorse e strategie per Venezia – Riprogettare Venezia

Premessa

1) Obiettivi e sintesi dei risultati dell’indagine

Nell’itinerario di studio su Venezia ci si è posti nella logica di avviare un processo di attenta e puntuale riflessione a partire dalla situazione obiettiva della città e tenendo conto della incipiente decadenza economica e sociale. Si è quindi focalizzata l’attenzione nei confronti di una Venezia con la “v” minuscola rifiutando lo scenario di “città-stand” che già si sta prefigurando e che sempre più si consoliderà in presenza di un progressivo indebolimento delle identità e delle volontà imprenditoriali.

Per cogliere i maggiori fattori di disagio, che limitano la qualità urbana della città, ma anche per stabilire delle priorità nelle questioni da risolvere, si è effettuata una indagine, attraverso un questionario dal titolo “Riprogettare Venezia” che ha coinvolto un numero significativo (circa 200) di soggetti e osservatori della realtà veneziana appartenenti al mondo produttivo, della cultura e dell’università, professionisti, tecnici e pubblici amministratori.

Obiettivo dell’indagine, articolata come uno strumento di “consultazione pubblica” per contribuire alla messa a punto di scenari di sviluppo per la città di Venezia, è rappresentato dalla volontà di rendere esplicito come il “mondo veneziano” definisce le aree problema della città e le linee-guida necessarie per la loro risoluzione.

I risultati dell’indagine dimostrano l’esistenza non solo di una forte sensibilità ai diversi fattori di disagio, ma anche di una notevole capacità sia di risalire alle cause che li determinano, sia di stabilire una graduatoria delle possibili opzioni di intervento secondo l’urgenza dei problemi da risolvere.

Quasi l’85% degli intervistati, individua la necessità di rivitalizzare il Centro Storico attraverso l’incremento del numero di residenti e della popolazione attiva. Il problema abitativo, da risolvere attraverso l’erogazione di contributi per l’acquisto, viene definito la prima priorità per la città.

Gli interventi per contrastare il degrado ambientale, urbanistico ed economico vengono definiti come le azioni necessarie per creare le precondizioni di un possibile sviluppo della città. Le aree problema: Ambiente, Manutenzione e Turismo, vengono infatti definite importanti e/o urgenti da oltre il 65% degli intervistati, che indicano come priorità la necessità di:

– realizzazione contemporanea delle opere di difesa dalle acque alte, di salvaguardia e di disinquinamento della laguna;

– stabilire una quota fissa del budget “ordinario” del Comune da destinare alla manutenzione;

– contrastare la monocultura turistica.

Le altre aree problema presentate nell’indagine raccolgono tutte una percentuale di importanza e/o urgenza minore del 50%, questo non sta a significare che siano meno rilevanti, ma piuttosto rafforzano il grado di priorità dei primi quattro ambiti, che si qualificano quindi come le aree dove dovrà concentrarsi l’impegno del prossimo futuro.

Nei confronti delle aree problema che rappresentano le scelte della “direzione” urbanistica ed economica che può assumere lo sviluppo della città, gli elementi forniti dall’indagine si concentrano nei confronti di due ambiti:

– quello economico, attraverso l’indicazione della necessità di mantenere ed incrementare l’offerta di spazi produttivi nel Centro Storico e nelle Isole e nel rafforzamento delle strutture terziarie-direzionali nella città storica e nella Terraferma;

– quello dei collegamenti, attraverso una riorganizzazione a scala locale con sistemi di trasporto di tipo moderno.

L’insieme delle restanti aree problema, raccoglie un minore grado di importanza e/o urgenza (si ricorda che gli intervistati erano chiamati a selezionarne cinque su quattordici), anche se, nel caso del Porto, Arsenale e Marghera, si registra comunque un consistente livello di importanza del tema per il futuro della città anche in presenza di una ridotta urgenza.

2) I presupposti e i criteri di definizione delle aree problema

Sono state definite come aree problema quegli ambiti per i quali è importante o urgente prendere decisioni per risolvere i problemi di Venezia.

A partire da una riflessione su quattro questioni, che in ragione del dibattito politico-istituzionale e del livello di elaborazione scientifico-culturale si possono definire ordinanti e strutturanti per il futuro della città, sono state proposte quattordici aree problema articolate in diverse proposte progettuali (spesso alternative) di soluzione.

Le quattro questioni nodali per il futuro di Venezia possono essere definite e argomentate nel modo seguente:

2.1) L’assetto istituzionale e giuridico di Venezia

Costantemente a Venezia viene riproposto il tema dell’assetto istituzionale e giuridico della città: Venezia si salva rendendola speciale o riconducendola all’ordinario? Intorno a questo tema le posizioni sono articolate e contrapposte sia sul versante propriamente istituzionale che economico.

In termini di assetto giuridico, la moltitudine delle proposte ha portato ad indire due referendum per la divisione del Centro Storico dalla Terraferma, mentre la Regione non è stata ancora in grado di definire un assetto dell’area metropolitana istituita dalla legge 142/90.

In termini economici le opposte opinioni possono essere così riassunte:

– Venezia per garantire in via ordinaria ai cittadini, agli operatori economici e alle istituzioni di poter superare il vincolo della insularità richiede norme mirate che siano in grado di ripristinare la competitività. Così come per la casa, in termini di occupazione (come al Sud) servono leggi che incentivino la collocazione di attività direzionali e di ricerca;

– Venezia è una città normale con i problemi consueti delle città d’acqua, di storia e di turismo e delle città di più recente e robusto sprawl urbano e di incerto piano regolatore. Essa ha bisogno di essere amministrata con intelligenza e capacità da operatori politici locali scelti, nel bene e nel male, di rappresentarla. Invenzioni politiche artificiali e trasversali, nel nome della difesa di Venezia hanno davvero poco senso e certamente poco futuro. Una città normalmente gestita saprebbe inoltre, e saprà, essere la capitale di una regione feconda all’interno della struttura economica del nord-est italiano.

2.2) Esodo, monocultura turistica, attività produttive

L’esodo della popolazione (170.000 abitanti al 1951-78.000 abitanti al 1991), prodotto dal sovraffollamento e dal degrado abitativo e dei servizi ha avuto come conseguenze:

un miglioramento della dotazione degli standard abitativi per abitante;

– un impoverimento sotto il profilo delle attività economiche e dei servizi a questa legate.

Venezia incrementa il suo distacco rispetto Padova e Verona per i servizi al sistema produttivo e il Centro Storico perde sul piano dei servizi terziari rispetto a Mestre, gli unici servizi che continuano ad aumentare sono quelli totalmente o prevalentemente turistici.

Gli elevati redditi e rendite provenienti dal turismo, consentono agli operatori del settore di scalzare qualsiasi altra attività nella contesa per l’uso di alcune risorse presenti in misura limitata a partire dagli spazi produttivi.

Ne deriva:

– l’incapacità di attrarre nuove attività in sostituzione di quelle che escono dal mercato;
– l’innalzamento dei costi diretti e indiretti per le attività economiche presenti in città, a cui si aggiungono quelli che si devono sopportare per il consistente flusso di visitatori.

2.3) Salvaguardia e difesa dalle maree

Sul principio della salvaguardia fisica della città, dall’alluvione del 1966 alle diverse leggi speciali, ai dibattiti pubblici, sembra non esserci disaccordo: è una necessità e va attuata.

Sul come vi sono sempre stati grandi conflitti:

– chiusura o meno delle bocche di porto;
– diversi sistemi di chiusura;
– fasi di attuazione (prima/dopo) della difesa a mare e disinquinamento;
– ecc., ecc.

Attualmente siamo in presenza del “piano generale degli interventi” predisposto dal concessionario dello Stato il Consorzio Venezia Nuova, dove sono previsti un insieme coordinato di azioni:

– chiusura delle bocche di porto con paratie mobili;
– ricostruzione della morfologia lagunare;
– estromissione dalla laguna del traffico petrolifero;
– apertura delle valli da pesca.

Gli oppositori tendono alla separazione tra salvaguardia e difesa dalle acque alte, puntando alla soluzione del primo problema a cui subordinare le scelte per realizzare il secondo.

2.4) Il sistema dei collegamenti locali

Anche sulla necessità di una riorganizzazione dei collegamenti locali esiste un accordo generalizzato, diverse sono invece le ipotesi progettuali di intervento. In particolare, nei confronti della realizzazione di un sistema di metropolitana di terra e sub-lagunare.

I sostenitori di quest’ultima ipotesi vedono la metropolitana come sistema che consente di migliorare gli spostamenti delle persone nell’area, con forti ricadute positive per il sistema produttivo e dei servizi.

Gli oppositori vedono nella metropolitana semplicemente un sistema veloce per portare un numero maggiore di turisti in meno tempo a piazza San Marco. “La città è impoverita nel suo tessuto sociale, l’unica sua vera attività è quella del turismo di rapina, la metropolitana sarebbe un acceleratore del processo”.

3) La metodologia dell’indagine

Ad ogni intervistato è stato sottoposto un “percorso progettuale” articolato in due tappe:

– nella prima, dovevano essere considerate e valutate le aree problema proposte operando una selezione, finalizzata alla definizione delle cinque aree “strategiche e per ciascuna di questa definire il grado di priorità in termini di importanza e/o urgenza;

– nella seconda tappa del questionario, dovevano essere selezionate le proposte necessarie alla risoluzione delle aree problema prima individuate.

Sulla base delle risposte fornite sono stati individuati gli scenari strategici per Venezia costituiti dalle principali aree problema selezionate e dai progetti necessari per la loro risoluzione.