Progetti, risorse e strategie per Venezia – “Strategic choice” per Venezia

Le scelte che riguardano il futuro delle città sembrano effettuarsi sempre di più secondo un’ottica che privilegia una pianificazione per azioni puntuali. Sono ormai numerosi i centri urbani che, nel tentativo di superare i limiti intrinseci dell’urbanistica regolamentativa, si stanno avviando progressivamente verso un’urbanistica per progetti, con l’intento di realizzare in tempi ragionevoli alcune opere ritenute urgenti e importanti.

In assenza di un disegno strategico questi progetti non sono peraltro in grado di fornire le giuste soluzioni ai numerosi e complessi problemi che la città contemporanea deve risolvere. Troppo spesso la natura sistemica dei problemi viene ignorata, le priorità delle operazioni vengono sovvertire, i progetti speciali finiscono con diventare la norma. Il risultato è che si finisce con non decidere e non fare ciò che sarebbe stato corretto decidere e fare.

Le proposte progettuali, in molti casi, sono anche caratterizzate da sovrapposizioni e da conflittualità che le rendono ridondanti o mutuamente incompatibili. Alcune di esse appaiono inoltre poco concrete e scarsamente credibili sotto il profilo tecnico, anche per l’assenza di una qualsiasi ipotesi di copertura finanziaria e di coordinamento organizzativo e gestionale.

In contesti caratterizzati da complessità di situazioni e da possibili interferenze tra i diversi settori di attività è oggi possibile operare con maggiore tempestività ed efficienza grazie ai nuovi strumenti di coordinamento e di semplificazione dell’azione amministrativa previsti dalla L.142/90, come la conferenza dei servizi e l’accordo di programma.

Questi strumenti consentono al soggetto pubblico di superare in parte le attuali difficoltà economiche attraverso il coinvolgimento finanziario dei privati e di aggirare più facilmente gli ostacoli di natura burocratica che rallentano le attività di pianificazione e di progettazione. In mancanza di un quadro teorico di riferimento, l’utilizzo di questi strumenti non garantisce peraltro che le scelte effettuate posseggano la flessibilità e l’efficacia necessarie per essere scelte strategiche (Faludi 1987).

Venezia, da qualche tempo, è al centro di numerose proposte ed iniziative che vanno dagli interventi di risanamento ambientale, alla trasformazione di importanti aree del centro storico, all’adeguamento degli spazi espositivi, alla nazionalizzazione del sistema produttivo e dei collegamenti.

Le opinioni sul come e dove e sul se attuare questi interventi si delineano secondo scenari di valutazione controversi che hanno portato Venezia all’attuale situazione di stasi, dove ogni ipotesi di azione diventa oggetto di interminabili dibattiti senza mai sfociare in azioni efficaci e coerenti.

Con l’applicazione di Strategic Choice a Venezia si è inteso sperimentare un approccio innovativo alla pianificazione che, superando i limiti intrinseci sia dell’urbanistica quantitativa e regolamentativa, sia dell’urbanistica per progetti, bene si adatta ai complessi problemi della città.

Questo approccio è stato proposto per la prima volta da alcuni ricercatori dell’Institute for Operational Research (IOR), fondato a Londra nel 1963. I principi e i metodi sui quali si basa sono stati illustrati da Friend e Jessop (1969) e da Friend e Hickling (1987).

Ancora poco conosciuto in Italia, Strategic Choice è già stato applicato con successo a numerosi casi concreti di pianificazione urbana e territoriale in diverse parti del mondo (un elenco di alcune applicazioni di Strategic Choice è riportato dopo la bibliografia).

Nel seguito del lavoro, dopo avere illustrato i principi sui quali esso si fonda, saranno descritti i risultati della sua applicazione al caso di Venezia.