L’accessibilità  a Venezia. Le tre stazioni

L’arrivare costituisce un processo di identificazione a due vie: il viaggiatore identifica il luogo terminale del suo percorso, il luogo riconosce la specie di viaggiatore da accogliere.

Lo snodo o gli snodi di questo duplice processo di identificazione rappresentano i punti più fragili della città moderna.

Talvolta perdono di forza simbolica perché, il passaggio fra città e città trova quale mediazione il territorio delle non-città. L’arrivo concentra flussi ed acquista energia se è terminale di una rete. La stazione ferroviaria o il casello autostradale costituiscono le moderne porte di passaggio verso una specifica area urbana.

Terminali troppo spesso lontani dalle funzionalità necessarie a governare grandi numeri e talvolta troppo semplici per poter accogliere la pluralità di esigenze emergenti dalle motivazioni dei viaggiatori.

Il luogo d’arrivo per poter incorporare il viaggiatore nel modo più efficiente deve sviluppare una sua funzione ordinante.

Deve rendere chiari i suoi confini, integrare le sue funzioni elementari, deve saper direzionare i flussi, comunicare con essi.

Anche per queste ragioni di carattere generale, quello dell’accessibilità resta uno fra i più importanti temi di riflessione su Venezia per le implicazioni e l’influenza che una sua riprogettazione potrà sortire sulla funzionalità urbana,. sulla regolamentazione dei flussi e sulla sua stessa immagine.

Venezia 2000 – Cultura e Impresa con il Dossier “L’accessibilità a Venezia – Le tre stazioni” intende soprattutto definire i termini del problema e sollecitare il confronto fra i protagonisti istituzionali ed imprenditoriali (gestori dei siti, promotori, investitori, utenti) per ricercare soluzioni concrete.

Al centro della discussione sono gli elementi strutturali indispensabili per attivare un processo di riqualificazione del distretto degli accessi: le condizioni urbanistiche, finanziarie, organizzativi, la stessa interpretazione del ruolo che l’arrivo a Venezia può ricoprire nel dare risposta a questioni da tempo sul tappeto come l’affollamento, la mobilità pendolare, la diversificazione produttiva della città.

Fra le peculiarità di Venezia c’è anche quella di concentrare la maggior parte degli arrivi in un unico comprensorio, quello della stazione ferroviaria, della stazione Marittima e l’isola Nuova, degli arrivi stradali a Piazzale Roma e Tronchetto.

Si tratta tuttavia di ritrovare le condizioni per superare la frammentazione e la casualità con cui l’area si è andata stratificando e promuovere una logica di integrazione e complementarità fra luoghi legati dalla prossimità ma non da un disegno coordinato.

Non vi è, tuttavia, azione di riordino che riguardi Venezia che non debba affondare le sue motivazioni nel rispetto e nella reinterpretazione della sua storia. E ciò vale anche per come si sono andati modificando nel tempo i flussi di arrivo alle città.